#AMOFIRENZE

05/01/2022

Importante Aggiornamento...

Trovo nel sito dell'ARPAT nella sezione FAQ sulle acque superficiali "A chi posso segnalare l’incuria e la sporcizia che c’è nel fiume/torrente?
La manutenzione dei corpi idrici è di competenza del Consorzio di bonifica a cui è possibile segnalare lo stato di abbandono del corpo idrico in questione (erba alta, incuria, sporcizia, etc..). I Consorzi operanti in Toscana sono 6."


Il 29/12/21 avevo pubblicato...

Viaggio di un cittadino qualunque lungo gli argini dell’Arno nel tratto urbano di Firenze.

Osservazioni, riflessioni e denuncia di un avanzato stato di degrado inspiegabilmente accettato da tutti, nell’indifferenza generale.


Passeggiando lungo l'Arno e dove possibile lungo i suoi argini nel tratto cittadino dal Ponte all'Indiano alla Pescaia di S. Andrea a Rovezzano, mi sono imbattuto in panorami e situazioni estreme. Scorci di interesse naturalistico bellissimi e impensabili all'interno di una città, ma purtroppo anche tanto tanto degrado. Degrado che mai mi ero immaginato o quanto meno che non avevo mai riscontrato di queste proporzioni. Nel nostro fiume c’è praticamente di tutto. Non sto a fare un elenco di quello che ho trovato, queste poche foto fatte nel tempo, penso possono rendere meglio l’idea di qualsiasi parola…





 




Altro esempio di normale quotidianità. Dal Ponte Vespucci al Ponte alle Grazie, sulle "spallette" quello che rimane di un "happy hour" o dello "spritz" con gli amici della sera precedente...




Solo tre foto per riassumere moltissimi casi analoghi. In alcuni di questi, il cestino dei rifiuti è li, a pochi metri! Chi si comporta così non ha la minima idea di quanto il suo gesto incivile possa impattare sull’ambiente. Il precario equilibrio di questi oggetti li porterà a cadere senz’altro in terra o nel fiume dove molti vengono gettati direttamente.

E poi...


La Recinzione del cantiere presso la pescaia dell’Isolotto con il passare del tempo si è deteriorata al punto da ridursi in brandelli. Dove saranno andati a finire quelli caduti sull’argine? Quando si parla di sensibilità verso le questioni ambientali, le istituzioni per prime dovrebbero intervenire e dare il buon esempio!

(Questa situazione è di Novembre 2021).

E ancora...


Quel che resta di una piena. Questa foto è dello scorso anno, ma sempre tristemente attuale. Lo spettacolo è rimasto in bella mostra fino a primavera quando le foglie hanno coperto i rami degli alberi. A quel punto il problema è stato solo in qualche modo mascherato fino all'autunno successivo, poi un’altra piena...un'altra primavera...
 
Accessi al fiume

Per vivere pienamente il fiume, è necessario che gli accessi al medesimo siano garantiti, almeno dove sono stati previsti. Questo è un esempio di come molti di questi non sono utilizzabili e versano in uno stato di abbandono totale.

Nelle foto la situazione del Ponte S. Niccolò.







Sono almeno quindici anni che segnalo situazioni di degrado come quelle precedenti. Ho scritto a tutti gli enti pubblici, Regione, Provincia, Comune, ultimamente anche al Consorzio Medio Valdarno 3, ho chiesto loro anche :

 - Se è prevista la pulizia degli argini e dell’alveo del fiume dai rifiuti urbani.

- In caso affermativo, di quale Ente è competenza. 

Dalle evasive risposte alle segnalazioni e non avendo MAI ricevuto alcun riscontro alle domande, poste anche al personale dell’URP di ARPAT e ALIA che però non hanno saputo darmi informazioni esaustive, deduco :

Che nonostante tutti i proclami, dell'ambiente non importi niente a nessuno

Che ogni ente interpellato reputa il problema di non propria competenza.

Che non ci sia una legge, un piano, un accordo tra Enti, consorzi ect. che prevede, in maniera sistematica, definita e puntuale, la pulizia degli argini e dell’alveo dei fiumi dai rifiuti urbani.

Tutte e tre le casistiche sono possibili.

Alla prima non voglio credere per principio, anche se il dubbio viene e forte!

La seconda invece è probabilissima considerato il caos legislativo e burocratico di competenze tra enti pubblici che esistono nel nostro paese.

L’ultima è quella che temo di più, e la direbbe lunga sulla SENSIBILITA', l’attenzione e i criteri con i quali vengono affrontati i problemi.

Aggiungo altre due possibilità, entrambe probabilissime. 

Esistono già delle norme in materia ma nessuno lo sa, dal cittadino qualunque come me all'Ente pubblico di turno interessato.

Le segnalazioni dei cittadini finiscono direttamente nel cestino dei rifiuti (almeno le mie!).

La cosa che però non riesco ad accettare, a prescindere da leggi, norme e competenze, è che tutto questo degrado visibilissimo da tutti, permanga, e si rinnovi negli anni nell'indifferenza generale.

Perchè è di questo che stiamo parlando, INDIFFERENZA!

Non si perde tempo ad elogiare il primato degli Uffizi riconosciuto da prestigiose riviste internazionali come il miglior museo al mondo, che Firenze è l’unica città italiana citata da Lonely Planet tra le prime dieci al mondo quale città da visitare nel 2022, che è la città con la mobilità più sostenibile d’Italia…e l'Arno che è parte integrante della città, che è onnipresente nella sua storia e negli scorci e panorami che l'hanno resa unica al mondo, non ha un Ente* che ne cura il suo stato oltre che la sua sicurezza (di competenza del Consorzio di Bonifica del Valdarno).

* Da quanto ho trovato oggi (05/01/2022) sul sito dell'ARPAT "La manutenzione dei corpi idrici è di competenza del Consorzio di bonifica a cui è possibile segnalare lo stato di abbandono del corpo idrico in questione (erba alta, incuria, sporcizia, etc..)". Vediamo se questa volta mi rispondono...

E’ evidente come anche su altri importanti temi che interessano la nostra società, il nostro paese sia sempre in costante e colpevole ritardo. Vige da sempre la mancanza di un’attenta analisi e pianificazione delle cose a cui faccia seguito una mirata politica di investimenti unita a una necessaria crescita culturale dell’individuo quale destinatario e interprete finale dell’azione da intraprendere.

Anche le questioni ambientali non si sono sottratte a questo modo di operare, si è agito più emotivamente, spesso a seguito di qualche sciagura nazionale, che in base a idee chiare e programmi ben definiti. Anche se la via corretta per cercare di riparare i danni fatti all’intero ecosistema è molto complessa anche perché estesa a livello globale, passa però necessariamente dalle piccole pratiche, da quello che ognuno di noi può fare nel quotidiano. Questo approccio penso sia valido per qualsiasi tipo di obbiettivo che si voglia raggiungere.

Per contrastare l'inciviltà è necessario investire sulla cultura dell'individuo. Data per scontata (spero) l'educazione ambientale per tutto il percorso scolastico per le nuove generazioni, potrebbe essere studiata una forma continua di sensibilizzazione mettendo in atto delle campagne informative non di tipo "spot", ma durevoli nel tempo, capaci di coinvolgere a 360 gradi tutti i livelli e fasce di età della nostra società. Qualcosa in grado di creare, sviluppare, consolidare senso civico e coscienza critica nel cittadino sui problemi legati all’ambiente e alle sue risorse. 

Fare un’analisi del territorio e installare più contenitori di rifiuti per rendere la loro presenza più capillare possibile.

Inasprire ulteriormente le sanzioni per chi compie azioni che recano danni all’ambiente.

L’Arno è stato considerato per tanti anni solo come una sorta di vicino scomodo di cui non fidarsi e di cui avere solo paura. Solo di recente è stato scoperto invece come una risorsa sfruttabile. Le sue sponde sono finalmente vissute, sono sorti locali estivi, spazi e percorsi per rilassarsi, passeggiare o andare a correre e lunghi percorsi ciclabili. L'Arno si è inoltre consolidato anche come “palestra” naturale per le numerose società di canottaggio cittadine e finalmente dopo anni, lo abbiamo scoperto anche come fonte di energia, e chissà quante altre cose potrebbero essere fatte…

Anche per tutelare tutte queste risorse, mi sono sempre chiesto perché non si è mai pensato di procedere a una sorta di pulizia del fiume come viene svolta da Alia per le strade.

Certo contrariamente alle strade, si deve tener conto anche di alcune importanti variabili come le stagioni. D’estate in condizione di minima portata di acqua sarebbe senz’altro più semplice operare che d’inverno o durante periodi piovosi, tenuto anche conto del carattere torrentizio del nostro fiume che vede cambiare repentinamente la sua portata in tempi brevi a seconda del meteo. Le modalità dovrebbero quindi essere ben studiate specie per garantire la sicurezza del personale che dovrebbe occuparsi di questa attività.

La pulizia degli argini e dell’alveo del fiume potrebbe essere paragonata al tentativo di svuotare il mare con un secchio, ma non sarebbe una soluzione effimera o solo di facciata, perché oltre a mantenere il decoro della città, eviterebbe che tutta la plastica e i rifiuti recuperati finissero in mare. Se questa attività fosse svolta almeno in tutti i centri abitati attraversati da un corso d’acqua, oltre a beneficiarne localmente, toglieremmo dal mare una considerevole quantità di rifiuti…

Piccoli gesti per grandi obbiettivi

Tutto sta nella volontà di verificare e recepire il problema, individuare l’Ente che se ne fa carico e pianificare al meglio l’attività da svolgere.

Da anni dai rappresentanti delle istituzioni vengono fatti continui appelli per il coinvolgimento attivo del cittadino alla vita della propria comunità, si conta sul cambiamento che deve avvenire dal basso e dalla spinta delle nuove generazioni. Sarebbe auspicabile cominciare a sostenere il cambiamento ascoltando le proposte, rispondendo alle domande, e magari realizzando quanto richiesto dai giovani e meno giovani su problemi reali, tangibili e sotto gli occhi di tutti.

Anche io #AMOFIRENZE


P.S.

Alcune foto sono state già utilizzate per segnalazioni e/o post di questo blog.

 
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