Australia in fiamme


Sono circa tre mesi che l'Australia brucia. Un' altro immane disastro si sta consumando sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno possa far qualcosa se non cercare di mettere in salvo le migliaia di persone che vivono nei territori interessati dagli incendi. 
Oggi in TV durante la trasmissione "Leonardo" su RAI tre, apprendo che gli scienziati da più di un decennio  avevano pronosticato quello che sta accadendo in Australia a causa dei cambiamenti climatici. 
Ma la cosa che mi ha lasciato di stucco e che non avrei mai immaginato da un paese che per tutelare le proprie specie autoctone, proibisce di introdurre sul proprio territorio animali, piante, semi etc. provenienti da altri paesi del mondo, è che l'Australia sia il fanalino di coda tra tutti i paesi "evoluti", in tutte le classifiche che riguardano in qualche modo la cura e la salvaguardia dell'ambiente, ovvero investimenti economici, politiche per la mobilità sostenibile e per il risparmio  energetico, utilizzo delle energie rinnovabili, etc.
Nel 2019, appena ieri, altri devastanti incendi avevano colpito o stanno colpendo la California,  la Siberia e l'Amazzonia.
Perché l'assurdo di queste situazioni è che queste notizie sono diventate talmente normali che una volta dato l'annuncio, come tanti altri fatti importanti, spariscono nel dimenticatoio non riescono a far presa sulle coscienze di molti, e non sappiamo nemmeno più con certezza l'esito finale, se per esempio questi ultimi incendi siano stati domati o no!
Mi domando se ancora esista una possibilità di invertire questa tendenza.
A volte, troppo spesso, penso proprio di no!


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